Da Med in Food a Vittoria a Cibonostrum a Taormina, la mia grassa grossa settimana sicula.

Se è vero che ognuno nella vita ha la vocazione che si merita, tra chi, per missione, salva vite umane in una corsia d’ospedale e chi  consente la prosecuzione della specie mettendo prole al mondo, io ho sicuramente sentito il richiamo della la più infima delle vocine interiori, quella delle Sirene ventriloque, note creature mitologiche il cui canto suadente conduce gli avventurosi gastronauti  a gettarsi  nelle agitate acque delle sperimentazioni culinarie e delle partecipazioni alle kermesse legate al cibo, con il nefasto effetto di perdere il controllo su ogni tipo di forma fisica che sia diversa da quella rotonda.

Così, da impavida avventuriera gastronomica quale sono, la scorsa settimana sono stata parte di ben due incontri ravvicinati del quarto tipo dove la scomparsa della pietanza dal  piatto si è rivelata, anche stavolta, la regola.

Sabato 19 e domenica 20 maggio ho avuto il piacere di partecipare a  “Med in Food” , la seconda edizione del Salone del Gusto Siciliano, che ha racchiuso al Polo Fieristico di Vittoria un concentrato di eccellenze rappresentata dall’agroalimentare di nicchia: aziende che si occupano di fresco e di trasformati, di oli,  vini, birre, distillati e delle realtà che ruotano attorno al settore del wellness.

Accanto ad esse, immancabili,  gli Chef con la presenza della  prestigiosa Federazione Italiana Cuochi e alcuni componenti della sua Nazionale Italiana Cuochi. Nel corso dei partecipatissimi cooking show sono stati realizzati e raccontati piatti preparati con materie prime selezionate siciliane e raccontati ad un pubblico attento.

 

Interessanti anche le masterclass sui vini che hanno permesso momenti di avvicinamento in particolare al Cerasuolo di Vittoria DOCG, peraltro rappresentato al Salone del Gusto sia dal Consorzio di Tutela che dalla Strada del Vino Cerasuolo di Vittoria, con ben 17 cantine associate.

Terminata la sessione di allenamento papillare a Vittoria, la domenica pomeriggio è stato il momento di raggiungere Zafferana Etnea per  l’inaugurazione della 7^ edizione di “Cibo Nostrum 2018”,  la grande festa della cucina italiana alla quale hanno partecipato anche quest’anno cuochi provenienti da tutta Italia, trepidanti studenti  dell’istituto alberghiero e, udite, udite anche la stampa nazionale con la presenza del volto noto del Tg5 Gioacchino Bonsignore, la conduttrice Francesca Romana Barberini , autorevoli critici gastronomici e giornalisti quali Marco Mangiarotti Roberta Schira, Giuseppe Gaspari , Fabio Riccio Antonio Di Trento insieme ad  altre firme prestigiose dei quotidiani nazionali, segno quest’ultimo, che cresce sempre più l’attenzione nazionale verso le iniziative isolane come Cibonostrum , capace di attrarre per la location d’eccezione, la qualità delle personalità coinvolte e last but not least la solidarietà. 

 

 

Gli ideatori della riuscitissima kermesse, il Presidente della Federazione Provinciale Cuochi Etnei, Seby Sorbello e il Presidente Sicilia dell’associazione Charming Italian Chef Pietro D’Agostino, insieme al Presidente della Federazione Italiana Cuochi Rocco Pozzulo, hanno dato il benvenuto ai colleghi e ai giornalisti nella Piazza di Zafferana Etnea insieme alle Istituzioni presenti; è stato incredibile rendersi conto di quanti colleghi cuochi da tutta Italia siano riusciti a coinvolgere, oltre ai fedelissimi amici siciliani.

 

 

E’ stata la mia seconda esperienza a Cibo Nostrum e devo ammettere che il trasporto emotivo è cresciuto come è cresciuta l’offerta formativa e lo spazio per il confronto tra mondo della ristorazione da un lato, isituzioni e pubblico dall’altro .

Quest’ultima edizione è stata ancor più ricca grazie ai laboratori degli chef stellati, allo spazio di approfondimento sul pesce azzurro e all’immancabile sfilata dei banchetti per le vie del centro di Taormina che quest’anno hanno raggiunto quota 277 per numero di chef accreditati e 50 per i produttori di vino, per un totale di partecipazione di ben oltre 1.200 persone tra chef, sous-chef, commis, sommelier e produttori.

Tra le cose che mi sono piaciute di più quest’anno c’è l’ampia selezione dei vini naturali curata da La Valigia di Bacco distributore etneo che ha proposto vini di  giovani produttori siciliani in cui il rapporto uomo/vino è ancora dominante. Sono stata letteralmente folgorata da Egesta, vendemmia 2016 di Aldo Viola, un Grillo in purezza, macerazione di 6 mesi sull’uva intera non derapata e affinamento in acciaio, come ha raccontato lo stesso produttore. Colore intenso e profumo inebriante con incredibili sfumature di agrumi e canditi. Un vino emozionante ed emozionale che ha fatto breccia nel mio cuore per autenticità e schiettezza.

Un plauso inoltre a tutta la Federazione Italiana Cuochi e al Dipartimento Solidarietà Emergenze della FIC, quest’anno coinvolta attivamente nell’organizzazione di vigilanza e assistenza per il corretto svolgimento della manifestazione e un’altro agli organizzatori della manifestazione che hanno portato la Sicilia e il suo patrimonio gastronomico al centro dell’attenzione nazionale.

Tempo e Solidarietà, sono le parole chiave di Cibonostrum.

La solidarietà è infatti l’espressione più autentica dello spirito dei cuochi che a Taormina  si sono messi in gioco con divertimento e professionalità; è sorella  della generosa sensibilità di un mondo, quello della ristorazione, che non è fatto solo di soubrette della cucina incipriate di narcisismo e individualismo, ma è  fatto per lo più di uomini e donne capaci di ricordare anche attraverso l’estetizzazione del cibo -che pure ci racconta  quale e quanto significato e ricerca di Bellezza attribuiamo all’atto  quotidiano di cucinare- il legame ultimo che abbiamo con esso, che è quello della relazione, della condivisione e della necessità di tempo. Tempo da spendere con i ragazzi vittime di cyberbullismo, con attenzione paziente anche verso gli autori di atti di bullismo alla disperata ricerca di senso, tempo per le attenzioni e premure necessarie verso coloro che combattono una malattia neurodegenerativa come il Parkinson, tempo che serve per preparare da mangiare per chi ci viene affidato, per chi amiamo o riceviamo come ospite,  o ancora, come atto di cura per noi stessi. Tempo per dire agli altri che siamo disponibili ad ascoltare, come anche tempo necessario a  mettere in piedi una manifestazione che benché duri solo tre giorni, prevede 9 mesi di lavori dietro le quinte.

I cuochi riuniti insieme a Taormina hanno dimostrato che l’apertura disponibile alle necessità degli altri trova la pronta risposta del pubblico e a dirlo sono le cifre raccolte: 56.000,00 euro che saranno distribuiti in parti uguali tra il Limpe, Fondazione per la  lotta al Parkinson, il Movimento italiano genitori per contrastare il Cyberbullismo e il Dipartimento Solidarietà Emergenze della FIC, 

 

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